“EN TOCHET DE MATITA”
“En tochet de matita” è il titolo della serata, nella quale sarà nostro gradito ospite Settimo Tamanini, meglio conosciuto come Mastro 7, che qui svestirà i panni di artista per condividere con noi una breve riflessione sul presepe. Dopo una sua simpaticissima testimonianza nel corso di uno dei nostri recenti concerti rievocativi dell’alluvione, siamo lieti di averlo nuovamente coi noi e lo ringraziamo di cuore per aver accettato il nostro invito a sostegno della LIFC, ben sapendo quanto la sua attività artistica lo tenga impegnato.
Una collezione di matite mi accomuna a Settimo Tamanini. Rigorosamente grigie, le sue, coloratissime le mie, risalenti al periodo adolescenziale.
Non è solo la logica per la quale “non si butta via niente” quella che spinge a tenerle infilate in un portapenne sulla scrivania o, come nel mio caso, in una vecchia scatolina di the alla vaniglia made in Hong Kong.
Un mozzicone di matita racchiude momenti della nostra storia, ciò che abbiamo scritto, le tracce segnate in un momento della nostra vita. E la matita, in fondo, è la metafora del nostro essere e del nostro trasmettere e trasmetterci agli altri. Perché muoversi nella quotidianità è come esitare un attimo davanti ad un foglio bianco e poi scegliere se usare una mina morbida o una più dura, se mantenere un tratto leggero o esercitare una pressione più decisa. E poi decidere se ripassare dettagli importanti con una matita scura o creare contrasti e, ancora, se riempire il foglio oppure lasciare spazi bianchi.
Così, aggiungendo, correggendo, modificando, un po’ alla volta “creiamo”, cedendo ad altri qualcosa di noi. Ed ogni matita che si consuma tra le nostre dita racchiude un pezzo della nostra anima. Perché, dalla mano, ha raccolto il nostro sentire ed ogni nostro indugio, spargendoli via via in trucioli grigi o colorati o trattenendoli, per custodirli nella sua anima di grafite.
Come un tratto leggero di matita, nel corso del concerto ripercorreremo l’episodio della natività partendo dal presepe e da una considerazione: tutti gli oggetti che ne fanno parte, sono meno inanimati di quanto possano sembrare. Il presepe, è vero, racconta un storia vecchia di duemila anni; ma è una storia che ancora oggi parla ad ogni uomo, credente e non credente.
“Pensieri sparsi attorno al presepe” è il breve intermezzo che presenteremo con Settimo Tamanini. Si tratta di un dipanarsi di pensieri, appunto, attorno a dieci parole chiave che abbiamo individuato e che altro non sono se non quanto statuine, capanne e stelle comete trasmettono a tutti noi. In questo modo, cercheremo di dare vita al presepe, evidenziando alcuni valori universali che il contesto della natività mette in luce e che prescindono da qualsiasi credo religioso. Valori, dunque, adattabili e praticabili a qualunque latitudine geografica ed umana.
Insieme al pubblico, condivideremo così il reciproco augurio di poter guardare al presepe con un’attenzione diversa, prendendoci il tempo per sostare davanti ad esso fino a farne parte, cogliendone i particolari, immedesimandoci nei suoi personaggi, per sentirlo più vivo e, soprattutto, un po’ più nostro.
Daniela Carloni