Concerto a Fiavè (articolo per “Coralità”)
Il tempo pazzerello ed un vento freddo giunto inaspettato non hanno guastato la serata che a Fiavè, a metà aprile, ha riunito tre diverse realtà corali in un concerto di beneficenza a favore della Lilt.
Voci che hanno saputo riscaldare l’atmosfera, confrontandosi tra differenti proposte musicali, creando un’ armonia dello stare insieme tutt’altro che scontata nel tempo in cui viviamo, un tempo – per usare parole di Padre Turoldo – “che urla ma non canta”. Ecco perché, attingendo ancora dalla penna di questo straordinario poeta, c’è davvero da augurarsi che “mai si estingua la gioia di udire uomini riempire le valli con le loro canzoni”. Ed ecco perché è bello pensare che a chiunque possa ancora capitare di lasciarsi sorprendere dalla musica, di meravigliarsi, di vivere con stupore il momento del canto e dell’ascolto.
Occasioni, come quella di Fiavè, molto importanti per una formazione corale: occasioni di incontro, di scambio, in cui è utile confrontarsi non certo con spirito competitivo ma per verificare, in senso più ampio, ciò che le singole voci imparano all’interno del proprio coro e, cioè, a saper ascoltare gli altri prima che se stessi.
Un ringraziamento particolare, dunque, alla formazione ospitante, “Nuove voci giudicariesi”, e al coro “Euphonia” di Mori che, assieme ai “Musici Cantori” di Trento, hanno dato vita ad un gustosissimo mix di sacralità solenne e ritmi vivaci.
Una serata che, nel sostegno alla Lilt, ha offerto a chi canta un ulteriore motivo per coltivare l’impegno musicale con passione e gioia, al di là di qualunque sacrificio.
Ma sono sempre le parole di Turoldo quelle con le quali vogliamo ricordare il concerto del 18 aprile: “quando un popolo canta c’è da sperare ancora”. Parole, queste, che vanno considerate non solo nel loro significato immediato. Parole che, a leggerle attentamente, ci provocano e dalle quali giustamente dobbiamo lasciarci provocare. Parole che invitano ognuno di noi a cantare andando oltre la ricerca di una soddisfazione personale. Parole che ci esortano a dar voce a chi non ha più voce, a sognare per chi non ha più sogni, a sperare per chi non ha più speranza.
Superando le barriere fisiche ma soprattutto quelle invisibili, la musica ha il potere di fare tutto questo se, predisponendo il nostro animo, noi glielo permettiamo: può accorciare le distanze, avvicinare ed unire in un abbraccio ideale l’intera umanità, toccandone il cuore, condividendo la desolazione di tante tenebre esistenziali e facendosi messaggera di luce.
Daniela Carloni